Influenza della Biomeccanica Posturale sulla Occlusione Muscolare

Rassegna Scientifica SIKMO

Influenza della Biomeccanica Posturale sulla Occlusione Muscolare

a cura del Dr. Gian Mario Esposito

Pubblicato su gli Atti del IV Cong. Naz. A.I.K.E.C.M., URBINO, 4 – 6 settembre 1986

Premessa

Lo scopo di questa relazione non è quello di trattare della Biomeccanica Posturale, argomento per il quale si fa riferimento alla relazione presentata in questo medesimo congresso dal dott. J.P. Meersseman ed al trattato di Kinesiologia di David S. Walther – Vol. I e II.

Il mio intendimento è quello di analizzare alcuni casi clinici dal punto di vista Kinesiologico, cioé della biomeccanica posturale, e dal punto di vista neuromuscolare, cioè  di una occlusione valutata secondo la metodica di Jankelson.

Introduzione

La correlazione esistente fra A.T.M. e postura della testa rispetto al collo è scientificamente dimostrata. Non si può dire altrettanto della correlazione esistente fra occlusione, cranio, rachide, pelvi, arti inferiori e piedi, anche se molti autori che si occupano di Kinesiologia, hanno riscontrato questa correlazione nella pratica clinica. Dobbiamo inoltre considerare che una eventuale anomalia strutturale che coinvolga le ossa e le articolazioni deputate a contenere e proteggere il sistema nervoso centrale nonché  a sostenere le radici dei nervi spinali, può in vario modo esercitare un’azione nociva sull’apparato nervoso medesimo. Azione nociva che può estrinsecarsi in forma meccanica diretta (compressione, distorsione, stiramento del tessuto nervoso), in forma meccanica indiretta (compressione, distorsione, stiramento di vasi sanguigni o linfatici correlati col tessuto nervoso) o in forme meccaniche più complesse come l’alterazione della respirazione cranica primitiva (2) oppure della pompa del liquido cefalo-rachidiano (2). La correlazione anatomico-funzionale di cui trattasi fa si che sia stato coniato da L. Nahmani il termine di sistema mandibolo-cranio-sacrale nel quale una alterazione a livello occlusale per via discendente come pure un alterazione a livello podalico, ma per via ascendente, possono creare squilibri a tutto il sistema.

1° esempio: test

Soggetto maschile di 30 anni in posizione eretta. Lo stimolatore neuromuscolare è  in azione e condiziona una determinata traiettoria della mandibola nello spazio, dalla rest position in avanti e in alto verso la intercuspidazione. Questa però nel soggetto in esame non si trova esattamente lungo la traiettoria neuromuscolare e quando gli viene chiesto di serrare i denti la sua mandibola abbandona la traiettoria ideale e si pone su di una traiettoria diversa e parallela. Ci troviamo pertanto di fronte ad una retrusione della mandibola a causa di un precontatto anteriore (foto 1).

Ora si fanno due test facendo flettere al paziente prima un ginocchio e poi l’altro in maniera tale da accorciare l’arto inferiore. Così si crea uno squilibrio posturale quale ad esempio si verifica per un appoggio anomalo di un piede e per via ascendente si avranno degli adattamenti della postura come l’inclinazione del bacino e del cinto scapolare, mentre il rachide assume delle curve compensatorie flettendosi da un lato o dall’altro in modo che il capo si trovi comunque in equilibrio, vale a dire con il piano oculare ed il piano otico (cioè degli organi labirintici), il più possibile perpendicolari alla direzione della forza di gravità (2). In questa condizione simulata di squilibrio per via ascendente si nota come la stimolazione neuromuscolare condizioni una traiettoria della mandibola diversa da quella di controllo anche se ad essa parallela. In entrambi i casi (gamba destra o sinistra flessa) si nota sul piano sagittale uno spostamento in avanti della traiettoria, mentre sul piano frontale lo spostamento della traiettoria si verifica omolateralmente alla gamba flessa (foto 1).

2º esempio: test

Soggetto femminile di 35 anni portatore di uno splint a causa di una notevole deviazione a destra (foto 2) della mandibola che condiziona una sindrome disfunzionale con cefalea, dolori al collo ed a livello lombare. La correzione con lo splint provoca un benessere completo della paziente nei riguardi di questa sintomatologia. Lo splint è stato realizzato con criteri kinesiologici, vale a dire testando i muscoli masticatori principali e si  trovato un equilibrio posturale che in questa paziente si ottiene con il riposizionamento della mandibola in modo che la linea mediana della arcata inferiore coincida con quella superiore (foto 3). In questa posizione solo i canini di sinistra sono in contatto occlusale, mentre tutti gli altri denti discludono. Lo splint pertanto compensa la mancanza posteriore di dimensione verticale stabilizzando l’occlusione in questa nuova posizione (foto 4). Viene fatto un test in posizione eretta collegando lo stimolatore elettrico transcutaneo e verificando sul Kinesiografo la traiettoria in proiezione sagittale e frontale.

Senza splint la mandibola si muove sagittalmente lungo una traiettoria ideale che abbandona quando viene chiesto alla paziente di intercuspidare i denti ed eseguire il TAP-TAP (cioè il movimento volontario) che avviene secondo una traiettoria arretrata e parallela rispetto alla prima (foto 5). Sul piano frontale non si apprezzano variazioni degne di nota fra la traiettoria indotta e quella volontaria. Ora viene applicato lo splint ed istantaneamente la traiettoria che la mandibola compie a causa degli impulsi cambia portandosi in avanti e in basso a sinistra e quando viene chiesto alla paziente di serrare i denti, la mandibola abbandona questa nuova traiettoria, ma proseguendo il movimento esattamente nella direzione dell’impulso trova con sicurezza e precisione l’intercuspidazione. Il TAP-TAP si compie in traiettorie angolate rispetto a quelle involontarie perchè porta sempre i denti alla stessa occlusione centrica (foto 5). Abbiamo pertanto un adattamento istantaneo e reversibile della dinamica muscolare sia volontaria che involontaria al variare della forma del tavolato occlusale, cioè legato o meno alla presenza di uno split sull’arcata inferiore che presenta nella parte masticante una modellazione con cuspidi e fosse.

L’ipotesi suggestiva che questa esperienza ci suggerisce è che sia la lingua con la sua straordinaria sensibilità, con una innervazione assai complessa e tutto sommato ancora poco conosciuta e studiata nelle sue molteplici funzioni, in grado di analizzare, «conoscere» e «memorizzare» la forma del tavolato occlusale e quindi di dirigere e/o coordinare la funzione degli altri muscoli masticatori.

3ºesempio: caso trattato

Donna di 38 anni che si presenta con una notevole deviazione a destra della mandibola (foto 6) e una sintomatologia correlata alla disfunzione della A.T.M. caratterizzata da: dolori riferiti alla mandibola, cefalea, vertigini, dolori ai bulbi oculari, congiuntiviti che si esacerbano durante le mestruazioni con lacrimazione intensa, dolori ai muscoli del collo, astenia, formicolii notturni a carico degli arti superiori, dismenorrea. I pregressi trattamenti con farmaci ed agopuntura non avevano portato a nessun miglioramento

All’esame obiettivo in posizione eretta si può notare uno squilibrio generale di tutto il corpo (foto 7): testa piegata a sinistra, spalla destra più bassa della sinistra, bacino non in asse col tronco. In posizione supina si rileva che l’arto inferiore sinistro è più corto del destro (foto 8). L’esame Rx del rachide cervicale in latero-laterale rileva il raddrizzamento della normale cifosi con tendenza all’inversione della curva in posizione C5, C6 dove si evidenziano delle incipienti alterazioni artrosiche (foto 9).

Alla palpazione sono dolenti i seguenti muscoli: Temporale dx (fasci medio e posteriore), Massetere dx, Pterigoideo esterno dx, Pterigoideo interno sin, Sternocleidomastoideo dx, Trapezio sin. L’occlusione è decisamente alterata per la latero deviazione con inversione del morso dell’arcata dx (foto 10).

L’esame kinesiografico (foto 11) rileva la velocità alterata sia in apertura che in chiusura, segno evidente di sofferenza muscolare e nella traccia frontale si nota la deviazione a dx della traiettoria mandibolare. La foto 12 mostra un insufficiente spazio libero interocclusale, l’impossibilità di protrudere durante la chiusura ed uno spostamento lieve a dx.

Dopo 45 minuti di stimolazione elettrica transcutanea la situazione grafica è sostanzialmente la stessa: insufficiente spazio libero interocclusale, impossibilità di protrudere (anzi retrude) e comincia ad evidenziarsi la deviazione a sinistra (foto 13). ll quadro elettromiografico è disarmante: i muscoli temporali continuano ad essere in spasmo a riposo e ad avere una insufficiente attività contrattile (foto 14). D’altra parte con un quadro clinico come quello sopra descritto, accompagnato da spasmi e dolori muscolari è evidente che per ottenere un riequilibrio dei muscoli masticatori bisogna riposizionare la mandibola rispetto al cranio mediante uno splint che corregga drasticamente l’occlusione, riequilibrando l’intero apparato stomatognatico. E’ possibile ottenere questo in prima seduta unicamente con l’ausilio della Kinesiologia applicata, cioè usando come test gli stessi muscoli (1).

La tecnica efficace per realizzare rapidamente uno splint provvisorio consiste nell’applicare della resina autopolimerizzante direttamente fra le arcate dentarie del paziente, posizionate nel rapporto di occlusione ideale (esperienza dell’autore). Nel soggetto di cui trattasi, uno splint provvisorio corretto (foto 15) ha causato in poche ore il riequilibrio muscolare che si può notare nel tracciato elettromiografico (foto 16).Il controllo Kinesiografico dello splint (foto 17) ha evidenziato anche in questo soggetto un adattamento istantaneo dell’apparato muscolare masticatorio al variare della forma del tavolato occlusale, con spostamento sia della traiettoria indotta che di quella volontaria. Dopo l’applicazione dello splint la paziente ha iniziato a stare meglio e mano a mano che sparivano i suoi disturbi maturava la convinzione di rinnovare le sue protesi fisse in modo da poter eliminare lo splint ed avere comunque questa occlusione salutare.

A questo punto la paziente è stata inviata al Dott. J.P. Meersseman, chiropratico, per il trattamento e correzione dello squilibrio spinale. Infatti è ingenuo sperare che i problemi di questa paziente, quand’anche fossero derivati da una malocclusione che per via discendente abbia portato al disordine posturale, si risolvano unicamente col trattamento occlusale. Lo splint è il primo passo del trattamento, ma non può essere l’unico nei casi in cui la patologia è presente da molti anni con conseguente asimmetrico sviluppo delle masse muscolari ed incipienti alterazioni ossee a carattere degenerativo. D’altro canto è intuitivo che se, per quanto possibile, non vengano trattate anche le altre anomalie posturali queste, seppur secondarie ad una malocclusione, potrebbero concorrere ad una nuova patologia strutturale di tipo ascendente.

Dopo sei mesi di trattamento abbiano ottenuto la scomparsa di tutti i sinto­mi presenti all’inizio (foto 21,A,B,C,D) ed una buona correzione dell’equilibrio posturale (foto 18);

infine sono state applicate le protesi definitive (foto 19).

ll controllo Kinesiografico dimostra che l’occlusione avviene lungo la traiettoria neuromuscolare indotta dallo stimolatore mentre il TAP-TAP si discosta dalla traiettoria precedente pur arrivando entrambi i tragitti all’occlusione centrica (foto 20).

Conclusioni

La traiettoria neuromuscolare di un individuo è una entità riscontrabile, misurabile e ripetibile a patto che il controllo venga sempre eseguito nelle medesime condizioni e rapporti strutturali delle varie parti del corpo che concorrono alla definizione dell’atteggiamento posturale dell’individuo stesso. La variazione funzionale o patologica del rapporto strutturale di una parte rispetto alle altre può alterare la traiettoria neuromuscolare della mandibola.

Nell’analisi della patogenesi come pure nell’impostazione del piano terapeutico delle alterazioni strutturali implicate nello squilibrio posturale bisogna sempre fare due considerazioni:

1) il sistema linguo-mandibolo-cranio-sacrale-podalico sembra essere una unità funzionale.

2) la correlazione funzionale fa si che per via ascendente o discendente lo squilibrio di una parte possa causare lo squilibrio del tutto.

BIBLIOGRAFIA:

1.DAVID S. WATHER, Applied Kinesiology, Volume I, Basic Procedures and Muscle Testing.

2.DAVID S. WALTHER, Applied Kinesiology, Volume II, Head, Neck and Jaw Pain and Dysfunction, The Stomatognatic System.

Le seguenti foto sono state scattate a 12 anni di distanza e dimostrano la stabilità dei risultati clinici e sintomatologici ottenuti con il riequilibrio occluso-posturale mediante la tecnica Odontoiatria Kinesiologica.

 

fig. 1

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